Quando e perché la carie fa male?
La carie dentale inizia come una lesione superficiale dello smalto, che in genere non provoca dolore. Il problema nasce quando il processo carioso si estende in profondità fino a raggiungere la dentina, uno strato più sensibile del dente. In questa fase il paziente può avvertire sensibilità o dolore lieve in presenza di cibi o bevande fredde, acide o zuccherate: si tratta della cosiddetta pulpite reversibile, che può ancora essere trattata senza compromettere la vitalità del dente.
Se la carie continua a progredire e arriva alla polpa dentale (la parte interna che contiene nervi e vasi sanguigni), il dolore diventa più intenso e spontaneo, spesso accentuato di notte o in posizione sdraiata. In questo stadio, detto pulpite irreversibile, il dente può risultare molto dolente anche con cibi caldi o alla semplice pressione masticatoria.
In queste condizioni, il trattamento non può più limitarsi a un’otturazione: spesso è necessario ricorrere a una devitalizzazione (terapia canalare) per eliminare l’infezione e salvare il dente.